Cattedrale - La famiglia Alfieri Tra origini leggendarie e avvenimenti storici
Nel secentesco Compendio Historiale della città di Asti di Guidantonio Malabaila si narra come, durante la difesa di Roma contro i Goti, l'astese Arricino Moneta riuscisse a recuperare l’insegna romana dell’Aquila, caduta in mani nemiche. Per questo eroico gesto egli avrebbe ottenuto l’appellativo di Alfiere e il diritto di fregiarsi dell’insegna dell’Aquila.
E’ tradizione che Arricino Moneta, mitico capostipite degli Alfieri - che da quel remoto evento avrebbero tratto nome e insegna -, sia raffigurato in una lapide all’interno della Cattedrale: questa mostra un uomo a cavallo di un destriero, sulla cui gualdrappa sono raffigurati due scudi con il simbolo dell'aquila imperiale.
Gli Alfieri, una delle principali famiglie della nobiltà astigiana, devono la loro ascesa sociale al prestito su pegno, esercitato nelle cosiddette ‘casane’, ed al commercio. Il raggio di azione delle attività economiche di questa famiglia fu molto vasto: nel Duecento gli Alfieri operano con grande successo in Borgogna, in Savoia a Friburgo e nei Paesi Bassi ove si dedicano al commercio, ma soprattutto alle attività creditizie. Contestualmente altri membri curano gli interessi di famiglia nel territorio astigiano, annoverando tra la propria clientela istituzioni di primo piano quali il Capitolo della Cattedrale di Asti.
Alla famiglia Alfieri, sempre presente nella vita pubblica astigiana, appartennero personaggi di rilievo nella politica cittadina del basso medioevo: basti citare Guglielmo Alfieri, credendario, sapiente e ambasciatore, Ogerio Alfieri responsabile dell'archivio comunale e redattore della famosa Cronica, Bertramino Alfieri, uno dei 14 savi che approvarono lo statuto della società dei Militi: numerosi furono i magistrati, gli uomini d’arme, gli ambasciatori.
Il corteo del rione Cattedrale ha come protagonista questa ricca e nobile famiglia che ha contribuito a rendere grande Asti nel medioevo.